Quando si manifestano problemi circolatori, come gambe gonfie, vene evidenti, crampi notturni o ulcere agli arti inferiori, l’istinto può portare a consultare il cardiologo. Tuttavia, non è questa sempre la scelta più indicata: esiste uno specialista specifico per questi disturbi, meno noto ma fondamentale per la diagnosi e la cura delle patologie vascolari e venose: l’angiologo.
Il ruolo dell’angiologo nei disturbi della circolazione
L’angiologo è il medico specialista che si occupa di diagnosi, prevenzione e trattamento delle malattie dei vasi sanguigni, sia arteriosi che venosi, e del sistema linfatico. Mentre il cardiologo si concentra sulle patologie cardiache e delle grandi arterie coronariche, l’angiologo è il riferimento quando si presentano sintomi riconducibili alla circolazione periferica.
Le patologie che rientrano nella sua competenza spaziano da condizioni molto diffuse come le vene varicose e l’insufficienza venosa fino a situazioni più complesse come trombosi venosa profonda, ulcere vascolari, linfedema, arteriopatie periferiche e malformazioni artero-venoseangiologo. In aggiunta, l’angiologo è centrale nella gestione di condizioni particolarmente delicate come il piede diabetico, che può portare a gravi complicazioni se non trattato tempestivamente.
Sintomi e segnali da non sottovalutare
I segnali di una cattiva circolazione possono manifestarsi con gradazioni diverse di gravità e spesso iniziano in modo subdolo. I principali sintomi da monitorare sono:
- Comparsa di vene varicose o “capillari rotti” visibili sulle gambe
- Sensazione di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori, soprattutto a fine giornata
- Crampi notturni o formicolii agli arti
- Dolore durante la deambulazione
- Ulcere cutanee o cambiamenti della pelle delle gambe
- Familiarità per patologie vascolari o precedenti episodi di trombosi
Nel momento in cui questi disturbi si presentano, o se si è esposti a fattori di rischio come ipertensione, diabete o colesterolo alto, è utile rivolgersi a uno specialista in angiologia o flebologia.
Come si svolge la visita angiologica e quali esami sono necessari
La visita angiologica è una valutazione clinica dettagliata del sistema vascolare. Lo specialista ascolta i sintomi, raccoglie la storia clinica e familiare e, attraverso l’esame obiettivo, valuta la salute delle arterie, delle vene e dei vasi linfatici. Gli strumenti di diagnosi più comuni includono:
- Ecocolordoppler venoso e arterioso, indagine di riferimento per valutare il flusso sanguigno nelle gambe, rilevare la presenza di varici, trombosi o stenosi. È indolore e non invasivo, utile sia a scopo preventivo che diagnostico.
- Angiografia o flebografia, eseguite in caso di dubbi diagnostici, tramite l’iniezione di un mezzo di contrasto e la visualizzazione radiologica dei vasi.
- Risonanza magnetica o tomografia computerizzata (TC), utilizzate nei casi complessi per valutare in dettaglio la circolazione sanguigna e pianificare gli interventi.
Gli esami possono essere mirati non solo alle vene degli arti inferiori, ma anche ai tronchi sovraortici (come le carotidi), all’aorta addominale e alle arterie renali in presenza di ipertensione sospetta. La precocità della diagnosi permette di impostare tempestivamente la terapia più adeguata, evitando complicazioni come trombi, embolie o ulcere croniche.
Quando rivolgersi al cardiologo e quando all’angiologo: i due ruoli a confronto
È importante distinguere quando può essere più indicata una visita cardiologica rispetto a una angiologica. Il cardiologo è lo specialista di riferimento in presenza di:
- Dolore al petto (angina)
- Palpitazioni o aritmie
- Dispnea (affanno) da sforzo
- Storia personale di infarto o cardiopatie
- Ipertensione non controllata di origine non periferica
Invece, i problemi circolatori periferici come crampi notturni agli arti, ulcere cutanee, gambe gonfie, vene varicose o sospetta trombosi, richiedono in prima istanza il coinvolgimento di un angiologo o di un flebologo, che potranno occuparsi di:
- Valutare la salute delle vene e delle arterie periferiche
- Impostare terapie farmacologiche, compressive o interventistiche
- Coordinarsi, se necessario, con altri specialisti, compreso il cardiologo, per una presa in carico multidisciplinare delle condizioni più complesse
La prevenzione è fondamentale: sottoporsi a controlli periodici e adottare uno stile di vita sano aiutano a ridurre drasticamente l’incidenza di problematiche circolatorie. Non trascurare l’alimentazione, l’attività fisica e il mantenimento del peso ideale: sono alleati preziosi per la salute di tutto il sistema vascolare.
In conclusione, i disturbi della circolazione richiedono attenzione e una valutazione tempestiva. L’angiologo è lo specialista di riferimento per ogni dubbio relativo a vene, arterie e vasi linfatici, mentre il cardiologo rimane il consulto principale per le malattie del cuore e le condizioni sistemiche. Scegliere correttamente a chi rivolgersi rappresenta il primo e più importante passo verso la guarigione e il benessere.