Attenzione: ecco l’alimento che potrebbe contribuire allo sviluppo delle metastasi

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha portato alla luce nuovi legami tra alimentazione e malattie oncologiche, con particolare interesse sugli effetti dei grassi alimentari sulla progressione del cancro. Uno degli elementi più discussi in questo ambito è l’acido palmitico, un grasso saturo comunemente presente in numerosi alimenti di largo consumo. Studi recenti suggeriscono che una dieta ricca di questo particolare acido grasso possa avere un ruolo attivo nel favorire la formazione e la diffusione delle metastasi, ovvero la capacità delle cellule tumorali di propagarsi in altri organi rispetto a quello di origine.

Cosa sono le metastasi e perché preoccupano

Le metastasi rappresentano uno degli stadi più aggressivi e temuti delle malattie tumorali. Si tratta del processo mediante il quale le cellule cancerose, staccandosi dal tumore primario, riescono a invadere altri tessuti e organi attraverso il flusso sanguigno o linfatico. Questo fenomeno complica notevolmente il trattamento e riduce drasticamente le probabilità di guarigione. La capacità di un tumore di metastatizzare dipende da molteplici fattori, tra cui quelli strettamente legati all’ambiente interno dell’organismo e agli stimoli provenienti dall’esterno, come appunto le abitudini alimentari.

Alcuni tumori, come quello alla prostata, vengono definiti “indolenti” perché crescono molto lentamente. Tuttavia, qualora acquisissero la capacità di formare metastasi, possono diventare particolarmente pericolosi e con prognosi infausta. Studi recenti lumeggiano come le abitudini alimentari possano influenzare tali processi, accelerandolo quando la dieta è ricca di determinati grassi.

L’acido palmitico e il suo impatto sulla diffusione tumorale

L’acido palmitico è uno dei grassi saturi più diffusi nei regimi alimentari occidentali. È naturalmente presente in elevate quantità nell’olio di palma, nei derivati del latte, nelle carni, nei formaggi e persino in alcuni prodotti di origine vegetale. Da tempo noto per i suoi effetti negativi sul sistema cardiovascolare e il metabolismo, questo grasso è recentemente finito sotto la lente di ingrandimento degli oncologi per il suo possibile ruolo nello sviluppo delle metastasi.

Ricerche coordinate dall’Università di Barcellona e pubblicate su Nature hanno esposto cellule di melanoma e di tumori del cavo orale a concentrazioni di acido palmitico comparabili a quelle di una dieta ricca di questo grasso. I risultati hanno rivelato che l’esposizione, anche breve, rende le cellule tumorali più propense ad acquisire la capacità di diffondere e colonizzare nuovi tessuti. Questo effetto sembra persistere a lungo nel tempo, anche dopo aver eliminato l’acido palmitico dall’ambiente cellulare.

Alimenti coinvolti e meccanismi molecolari

Le fonti alimentari principali dell’acido palmitico sono:

  • Olio di palma: largamente usato nell’industria alimentare per la produzione di merendine, biscotti, snack, creme spalmabili.
  • Carne rossa e insaccati: specialmente se lavorati o processati industrialmente.
  • Latticini e formaggi grassi: inclusi burro, panna, latte intero e formaggi stagionati.
  • Alcuni prodotti vegetali: sebbene in quantità inferiori rispetto alle fonti animali.
  • Gli studi suggeriscono che l’acido palmitico sarebbe in grado di alterare in modo specifico il “microambiente tumorale”, favorendo lo sviluppo di nuove terminazioni nervose nelle aree neoplastiche. Questa modificazione agevola il comportamento invasivo delle cellule cancerose e ne incrementa la capacità di migrazione verso altri distretti, rendendo il tumore più aggressivo.

    Il ruolo generale dei grassi saturi e degli zuccheri raffinati

    Sebbene l’acido palmitico rappresenti un caso particolarmente emblematico, la ricerca conferma che un eccessivo apporto di grassi saturi in generale può contribuire all’infiammazione cronica e stimolare processi di crescita cellulare anomala. Simili effetti sono stati attribuiti anche a regimi alimentari ricchi di zuccheri raffinati, che promuovono stati pro-infiammatori favorendo un ambiente interno propizio allo sviluppo e alla proliferazione tumorale.

    Altri alimenti che aumentano il rischio tumorale

    Oltre ai grassi saturi, esistono altre sostanze alimentari considerate potenzialmente cancerogene, tra cui:

  • Nitriti e nitrati: usati per la conservazione di salumi e carni lavorate, possono trasformarsi in composti cancerogeni all’interno dell’organismo.
  • Aflatossine: contaminanti tossici prodotti da funghi che proliferano in alimenti mal conservati (come cereali, frutta secca e legumi).
  • Acrilamide: prodotta durante la cottura ad alte temperature di alimenti ricchi di amido, come patatine e prodotti da forno.
  • Queste sostanze sono in grado di danneggiare il DNA e promuovere la proliferazione incontrollata delle cellule, aumentando il rischio di sviluppare tumori e di favorire la formazione di metastasi.

    Prevenzione e raccomandazioni per una dieta sana

    Alla luce delle evidenze disponibili, la prevenzione inizia a tavola con la scelta di abitudini alimentari sane. Ridurre l’apporto di alimenti ricchi di acido palmitico e grassi saturi, preferendo fonti di grassi insaturi (come olio extravergine d’oliva e pesce azzurro), può abbassare il rischio di progressione tumorale e metastatica. La dieta mediterranea, basata su un ampio consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e una moderata quantità di pesce e pollame, rappresenta il modello alimentare con il maggior supporto scientifico per la prevenzione del cancro e delle sue complicanze.

    Alcuni consigli pratici sono:

  • Limitare il consumo di carni lavorate, grassi animali, insaccati e prodotti da forno industriali.
  • Privilegiare alimenti freschi, poco lavorati e non confezionati.
  • Utilizzare metodi di cottura delicati (al vapore, lessatura, forno a bassa temperatura) per ridurre la formazione di acrilamide.
  • Aumentare l’assunzione di fibra alimentare attraverso verdura, legumi e cereali integrali.
  • Moderare il consumo di zuccheri semplici, prediligendo fonti naturali come frutta fresca.
  • In conclusione, sebbene non esista un singolo alimento responsabile dello sviluppo delle metastasi, è ormai chiaro che una dieta ricca di acido palmitico e di grassi saturi può favorire i processi molecolari che portano alla diffusione delle cellule tumorali, aggravando l’evoluzione della malattia. La prevenzione passa quindi anche attraverso scelte consapevoli a tavola, promuovendo uno stile di vita in grado di proteggere la salute a lungo termine.

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