Le piattaforme di pagamento sono banche a tutti gli effetti? Ecco cosa rischi affidandogli i tuoi soldi

Le piattaforme di pagamento come PayPal, Stripe, Satispay o Revolut sono diventate strumenti fondamentali nella gestione delle transazioni digitali, offrendo rapidità, flessibilità e una vasta gamma di servizi aggiuntivi rispetto ai sistemi bancari tradizionali. Tuttavia, è essenziale comprendere la natura giuridica di queste piattaforme, le loro differenze rispetto alle banche, e valutare con attenzione i rischi insiti nell’affidare loro i propri fondi.

Cosa distingue una piattaforma di pagamento da una banca?

e piattaforme di pagamento svolgono funzioni diverse e sono sottoposte a regimi regolatori distinti. Una banca è un istituto di credito autorizzato a raccogliere depositi, concedere prestiti e operare in investimenti. Dispone di una serie di strumenti di controllo, garanzie e protezioni per i depositi, e opera sotto una regolamentazione rigorosa – ad esempio quella della Banca d’Italia e della BCE – che impone specifici requisiti di patrimonializzazione, trasparenza e sicurezza.

Al contrario, una piattaforma di pagamento è solitamente un intermediario autorizzato a effettuare e gestire operazioni di trasferimento di fondi, incasso e pagamento, senza poter impiegare i depositi dei clienti per attività creditizie. Dal punto di vista giuridico, non sono banche a tutti gli effetti, bensì istituti di pagamento o istituti di moneta elettronica, soggetti principalmente alla normativa sui servizi di pagamento (PSD2) e, dove applicabile, alla sorveglianza della Banca d’Italia, ma con requisiti patrimoniali e di garanzia sensibilmente inferiori rispetto alle banche.

Funzionamento e garanzie delle piattaforme di pagamento

Le piattaforme possono gestire pagamenti attraverso diverse reti e circuiti finanziari (società di carte di credito, banche partner, sistemi di trasferimento elettronico fondi), garantendo la rapidità delle transazioni digitali. Tuttavia, la simbologia e l’interfaccia offerta spesso si limita all’esecuzione del pagamento, all’emissione di carte virtuali o alla fornitura di wallet digitali senza offrire i servizi di tutela del risparmio, assistenza sul credito e protezione dai rischi finanziari che solo una banca può garantire.

Le somme depositate su una piattaforma di pagamento non sono coperte dalle garanzie dei fondi interbancari di tutela dei depositi (come il FITD), che azzerano il rischio di perdita in caso di fallimento bancario fino a 100.000 euro. In caso di default dell’istituto di pagamento, la tutela dei clienti dipende dalle modalità con cui la piattaforma custodisce i fondi: solitamente è obbligata a tenerli separati dal patrimonio aziendale e depositarli presso banche di primo livello o investiti in titoli sicuri, ma tale garanzia è meno solida e verificabile rispetto alle regole bancarie.

Rischi concreti nell’affidarsi alle piattaforme di pagamento

Rischio operativo e di insolvenza

  • Fallimento o insolvenza dell’intermediario: se la piattaforma di pagamento dovesse dichiarare bancarotta, l’assenza di garanzie interbancarie comporta il rischio concreto di non recuperare – in tutto o in parte – le somme versate.
  • Gestione non trasparente dei depositi: la separazione patrimoniale non è sempre di facile verifica da parte dell’utente e può dipendere dalla trasparenza dell’istituto e dalle giurisdizioni in cui opera.

Rischi di sicurezza e di frode

  • Furto di identità, frode informatica e phishing: le piattaforme sono bersagli frequenti di attacchi informatici, dai furti delle credenziali di accesso alle violazioni dei database, con conseguenze dirette sulle somme detenute.
  • Violazioni dei dati: la compromissione di dati personali o bancari può consentire ai malintenzionati di accedere ai fondi o di utilizzare il conto per transazioni non autorizzate.
  • Frode con carta non presente (CNP): frequente nelle transazioni online, dove la presenza fisica della carta non è richiesta, aumentando il rischio di operazioni fraudolente.

Responsabilità in caso di perdita di fondi

Il quadro di responsabilità in caso di pagamenti non autorizzati è regolato dalle direttive europee e dalle disposizioni della Banca d’Italia. In linea generale, gli intermediari – inclusi gli istituti di pagamento – sono tenuti a rimborsare le somme in caso di operazione illecita attribuibile a furto di credenziali, clonazione o truffe informatiche. Tuttavia, se l’utente viene manipolato psicologicamente e autorizza personalmente la transazione, la responsabilità tende a ricadere su di lui.

Ad esempio, per i bonifici (spesso utilizzati dalle piattaforme), la percentuale di rimborso è molto bassa: in media, gli utenti si fanno carico del 90% delle perdite, mentre per le carte, dove prevalgono truffe da pagamenti non autorizzati, la tutela è maggiore (circa 40% di perdite a carico dell’utente).

Quali strategie adottare per tutelarsi?

  • Verifica della licenza: controllare che la piattaforma sia autorizzata dalle autorità italiane e disponga di regolare licenza come istituto di pagamento o di moneta elettronica.
  • Limita i fondi depositati: evitare di lasciare somme ingenti sul conto della piattaforma; trasferisci i fondi su un conto bancario tradizionale appena possibile.
  • Utilizza metodi di autenticazione forte: abilitare tutti i sistemi di sicurezza disponibili (autenticazione a due fattori, PIN, impronta digitale).
  • Controlla periodicamente le operazioni: monitora le transazioni e segnala immediatamente qualsiasi attività sospetta.
  • Valuta la sicurezza dei circuiti di pagamento: prediligi circuiti e piattaforme che adottano certificazioni riconosciute e tecnologie all’avanguardia nella protezione informatica.
  • Leggi le condizioni contrattuali: accertati delle modalità di custodia dei fondi, delle procedure di rimborso e delle principali clausole di responsabilità.

Scegliere tra banca e piattaforma di pagamento: una valutazione consapevole

Nel mondo digitale, le piattaforme di pagamento svolgono un ruolo cruciale per la semplicità e velocità delle transazioni, specialmente negli acquisti online, nei pagamenti tra privati e per piccole imprese. Tuttavia, depositare somme ingenti presso questi intermediari comporta rischi maggiori rispetto alle banche tradizionali, sia in termini di tutela patrimoniale sia di sicurezza informatica.

La scelta migliore dipende dalle proprie esigenze: per gestione di pagamenti correnti, piccole somme, e rapidi trasferimenti di denaro, le piattaforme sono estremamente pratiche. Per la protezione del patrimonio, la sicurezza sul lungo termine e l’accesso a prodotti finanziari complessi, un conto bancario rimane insostituibile.

In sintesi, le piattaforme di pagamento non sono banche a tutti gli effetti, per quanto possano assomigliarvi nell’offerta dei servizi front-end. Chi affida loro i propri soldi deve essere pienamente consapevole dei limiti delle garanzie offerte, dei rischi operativi e di sicurezza, e adottare tutte le precauzioni possibili per minimizzare le potenziali perdite.

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